// Un Photo-booth Speciale

Qualche giorno fa, esattamente venerdì scorso, si è svolta la festa dell'asilo frequentato da mio figlio più grande, Michele. Questo è stato un anno importantissimo per lui: il primo anno di asilo, il primo anno speso passando tanto tempo fuori casa, il primo anno di tante scoperte e curiosità.
Visto l'impegno che tutte le "tate" (le maestre) spendono quotidianamente e visto l'enorme lavoro organizzativo messo in moto per questo pomeriggio di festa, avevo deciso di dare un piccolo contributo alla riuscita dell'evento proponendo un "momento fotografico".


Il nostro bellissimo spazio foto realizzato dai bimbi e dalle educatrici. 


Dall'idea iniziale di una specie di piccolo laboratorio si è arrivati alla versione definitiva dell'idea di realizzare un vero e proprio photobooth. 
Come gestire però centinaia di persone in così poco tempo? Ma ovviamente affidandomi alla buona, cara e vecchia fotografia istantanea analogica: Fujifilm!


Fatta una bella scorta di pellicola, grazie al prezioso aiuto di Stefano (Photoshop Parma) che mi è venuto incontro in tutti i modi possibili vista la destinazione del servizio, ero pronto a questo test. Dato il costo delle pellicole (circa 1€ a scatto) avevamo predisposto un sistema di "lascio la monetina - faccio la foto" ma i dubbi che a tanti questo potesse non piacere c'erano. Piacera? Verranno a fare qualche foto? 

Solo il provvidenziale intervento di una delle responsabili, circa due ore dopo, mi ha salvato dalla "mi spiace, ho finito la pellicola" perchè un successo così non me lo aspettavo davvero (e di pellicola, giuro, ne avevo!!).  
Fila di famiglie per farsi la foto "magica" (vedere gli occhi dei bambini che ammiravano la magia dello sviluppo istantaneo era bellissimo) e poi tutti a fare complimenti "che bellissima idea" "bellissimo" "meraviglioso" etc etc. E' stato molto emozionante, lo ammetto.

Ed è successa una cosa molto interessante in tutto questo. 
Perchè ho fotografato pakistani, cinesi, filippini, nigeriani, italiani ... vabbè facciamo prima: ho fotografato tante famiglie di origini culturali diverse eppure, lì dinanzi al mio obiettivino plasticoso, erano solo famiglie felici che volevano la stessa cosa: vivere e conservare un ricordo di sè. Un ricordo reale, senza artifici o filtraggi tecnologici. Le potevano fare anche col cellulare quelle foto, o farsele fare da qualche altro papà che girava ben armato di macchina e cavalletto (!!) eppure la scelta era per tutti su quel piccolo pezzetto di carta che pian piano svelava una semplice verità: la felicità di un ricordo insieme in un momento importante.

Totò diceva che la morte è " nà livella", ma senza essere così drastici forse lo è  anche una "bella" fotografia: in quel momento, tutte quelle persone dinanzi a me, erano dannatamente e ugualmente felici. Senza alcuna distinzione.

Per la natura stessa delle foto, ovviamente, non ho nulla da mostrare. Ma è meglio così. Sono cose personali, queste. Vi accontenterete di un pò di backstage e di una mia versione particolarmente gioiosa: ero stato decisamente contagiato.





Un grosso ringraziamento a Caterina Tanara che mi ha fatto da aiuto e supporto per tutto il pomeriggio e, infine, mi ha messo per una volta dall'alta parte dell'obiettivo regalandomi degli splendidi ricordi. 

Un plauso gigantesco a tutto lo staff de La Tartaruga: hanno un fatto un lavoro monumentale per rendere questo pomeriggio davvero una festa per tutti. Chi sottovaluta il lavoro di queste persone non ha capito davvero nulla di come gira il mondo.



Per i curiosi: ho usato una Instax Wide 210 e circa un centinaio di stampe. Davvero notevole la qualità del sistema Instax. Chissà se un giorno faranno una macchina fotografica più "seria" che sfrutti il formato "wide" e non il mini. io ti aspetto, sappilo!

Ringrazio Photoshop Parma e il sig. Stefano per la collaborazione.


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