// Road to Matera - Day 2. La Festa (pt2)

Il giorno del 2 luglio è molto strano, a Matera. Ci sono momenti di frenetica attività, come la processione all'alba, che si alternano a lunghe pause o comunque periodi in cui non acccade nulla di particolarmente interessante, almeno fotograficamente.




Per ricomporre il gruppo ci eravamo dati appuntamento alle 9,30 in piazza V.Veneto: Massimo stava continuando la sua missione con la processione e Michela si era lanciata all'inseguimento della stessa cercando di immortalare tutte le soste e gli spari che di sì avanti avrebbe compiuto.











Il grosso della festa si sarebbe visto alla sera, alla sfilata del carro trionfale, per terminare con lo "strazzo", ossia l'assalto e la distruzione dello stesso. Il rituale, che poi è il cuore della festa , è davvero impressionante da seguire, purtroppo il punto in cui tutto questo avviene prevede un appostamento di diverse ore per mantenere il posto acquisito: prassi seguita da tantissimi, ma non da noi, che avevamo voglia di esplorare la città a 360° sfruttando la confusione generale. 














D'altronde la mia intenzione, mai celata, era quella di completare il racconto della festa già iniziato in anni passati arricchendolo di ulteriori tasselli, non quello di fare un racconto passo-passo della giornata. Matera, nel dì di festa, si viene a trovare in una situazione irreale: la strada pullula di personaggi di ogni tipo, dai turisti ai curiosi di ogni tipologia ed età. 
Muoversi per strada, in questa moltitudine, risulta fotograficamente appagante ed anche interessante dal punto di vista di conoscenza del luogo. 




Ci prendiamo una lunga pausa pre e post pranzo per ricaricarci (le pochissime ore di sonno della notte precedente e la levataccia del mattino ormai erano palesemente evidenti per tutti).
Qualcuno cade in un sonno profondo di diverse ore, qualcun altro ne approfitta per una passeggiata naturalistica sulla Murgia e sul belvedere  (che però risulterà inaccessibile in quanto luogo designato per il lancio dei fuochi pirotecnici serali).







Vero le 18,30 il gruppo si ricompatatta e, lasciate le auto ben lontane dalla zona "hot" (che sarà poi delimitata al traffico), ci si incammina per la parte finale della giornata. Torneremo a casa, a piedi, all'una di notte!
Il rione di Piccianello è il teatro della partenza del Carro. Ivi è proprio dedicato un piazzale con tanto di rimessa intitolato "piazzale del carro trionfale". Rispetto allo scorso anno l'affluenza in questo punto è altissima: è chiaro che la concomitanza della partita della Nazionale, lo scorso anno, aveva giocato un ruolo determinante nel tenere molte persone a casa, in questo frangente. Il carro è già partito e si sta lentamente muovendo tra la folla per iniziare il lungo tragitto che lo porterà fino in cattedrale, circa 4 ore dopo. Intanto la gente gremisce i posti migliori già da ore: per chi non è del posto la cosa appare "pazzesca".








Ci muoviamo tra le folle, osserviamo i cavalieri fare la parata precedendo il carro, e contemporaneamente puntiamo verso il centro città percorrendo il tragitto designato per la processione. La nostra intenzione, come lo scorso anno è quella di scendere nuovamente nei Sassi per goderne al calar della sera, quando le prime luci iniziano ad accendersi. 



E' ormai ora di cena e l'attesa sarebbe stata poi lunga, quindi decidiamo ci mangiare qualcosa: troviamo un posto molto piacevole con un bel terrazzino e prendiamo posizione. Chiediamo qualcosa da bere e mangiare, a metà tra l'aperitivo e una cena: abbiamo ricevuto qualcosa tipo 15 portate di assaggi e antipasti accompagnati da ottima birra e vino. Il clima è rilassato, il gruppo si sta divertendo: risate, storie condivise, chiacchiere di fotografia... una atmosfera davvero bella.



E' ora di risalire in piazza. Il carro è già passato, raggiungerà a cattedrale e poi, lasciata la Madonna, tornerà indietro per essere fatto a pezzi. Mancano circa 2 ore alla conclusione, ma è meglio iniziare a muoversi. Facciamo un primo tentativo di risalita direttamente dall'ingresso che porta in piazza ma per poco non ci rimettiamo le "penne". L'uscita è completamente bloccata, la gente spinge, e per poco non perdiamo l'equilibrio cadendo all'indietro giù per la scala di pietra. Meglio cambiare uscita, ed infatti, pochi minuti dopo, sbuchiamo un centinaio di metri più in là, senza alcun problema. 








Lo spettacolo è meraviglioso. Le luminarie sono accese, la piazza gremita all'inverosimile. Gente in piedi, seduta, arrampicata in ogni posto possibile. C'è chi rivolge l'attenzione direttamente al punto in cui si svolgerà l'azione, chi invece tatticamente verso il maxischermo  che domina la seconda metà della piazza. Unico il denominatore comune: vedere lo "strazzo" e chi si aggiudicherà gli agognati trofei. Canti, urla, fischi (sempre quel motivetto indimenticabile), mani che si agitano e applaudono come al più energico dei concerti: La Bruna è la festa di tutti i materani e in questo frangente è evidente. Basta guardare gli occhi di grandi, piccoli e anziani: nulla può il caldo o la stanchezza;: il carro sta per arrivare, è l'unica cosa che importa.



La telecronaca in diretta è massacrante. Ore ed ore di informazioni nei più minuziosi ed inutili dettagli possono sfinire chiunque, figuriamoci noi che , con tutta la buona volontà, non avevamo quel trasporto mistico comune al resto della popolazione. Credo sia stata la parte più pesante del tutto, sopportare questo passo-passo della processione raccontato in maniera così inutilmente minuziosa (ma d'altronde qualcosa dovevano pur dire, no?). Ci facciamo spazio nella folla, in posizione frontale rispetto all'arrivo del carro. Non male. Non sono posti da prima fila ma ottimi per come avevamo gestito la giornata. 








Purtroppo dopo poco devo lasciare la posizione. Lascio Massimo, Michela, Veronica, Laurenzia e marco in ottima posizione e mi ritiro. Il caldo, l'attesa, la stanchezza avevano creato un brutto mix e mi sono andato a rintanare in un posto in cui mi ne sto ancora pentendo: il gentile frescolino che mi ha dato sollievo mi ha in realtà regalato un bellissimo raffreddore estivo di cui sto ancora portando le conseguenze. Poco male. Il lavoro è corale, ci siamo comunque piazzati bene. 
Luce e Francesca avevano, poco prima, fatto la mia stessa scelta.






Il carro arriva, in ritardo di un ora quasi. Inizia l'assalto. Scende a tutta velocità dal Corso, per poi fermarsi a pochi cm dal muro umano di persone. Gli assalitori, come scimmie, raggiungono in pochi secondi la vetta: strappano, spezzano, dilaniano. Ed inizia la surreale passerella di cimeli che si muovono tra la folla, come fantasmi in cerca di una nuova dimora. 
La gente grida, incita, applaude i suoi gladiatori. Qualcuno si arrabbia perchè porta via un pezzo "secondario" ma la lotta è dura e il trofeo molto ambito. E' una gran festa. E' la festa della Bruna.





SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE







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